Attacco ospedale Gaza, centinaia di morti: scambio accuse Hamas-Israele

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Un razzo o un missile colpisce l’ospedale battista al-Ahli Arabi a Gaza, provocando centinaia di morti, circa 500, e un numero imprecisato di feriti. L’esplosione avviene attorno alle 19 locali del 17 ottobre 2023, alla fine dell’ennesima giornata di tensione. Le autorità di Gaza e Hamas accusano Israele per il massacro di civili: nell’ospedale erano stati accolti molti residenti di Gaza costretti a lasciare le proprie case. Israele prima annuncia verifiche, poi replica: l’ospedale è stato colpito da un razzo lanciato dalla Jihad islamica.

Israele: “Ospedale colpito da razzo della Jihad”

Israele inizialmente reagisce alle accuse con un atteggiamento ‘attendista’ e dalle forza armate filtra un messaggio prudente: “Verificheremo, ma Hamas ci ha abituato alle fake news”. Passano le ore e la posizione israeliana diventa sempre più netta. “Tutto il mondo deve saperlo: i barbari terroristi a Gaza hanno attaccato l’ospedale, non le forze armate israeliane. Chi ha ucciso con crudeltà i nostri bambini ha ucciso anche i propri bambini”, dice il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Un ospedale è un edificio altamente sensibile e non è un obiettivo delle Forze di difesa israeliane (Idf). L’Idf sta indagando sulla fonte dell’esplosione e, come sempre, dà la priorità, all’accuratezza e l’affidabilità. Esortiamo tutti a procedere con cautela nel riferire affermazioni non verificate di una organizzazione terroristica”, dice un portavoce dell’esercito israeliano all’emittente britannica Bbc.

Poco dopo, una nuova comunicazione delle Idf. “Sulla base di informazione di intelligence, un lancio fallito di un razzo da parte della Jihad islamica ha provocato l’esplosione mortale all’ospedale”, affermano le forze armate. “Da un’analisi compiuta con i sistemi operativi dell’Idf, è stato eseguito il lancio di una batteria di razzi verso Israele”. Il razzo “ha colpito l’ospedale. Sulla base delle informazioni di intelligence fornite da diverse fonti, la Jihad islamica è responsabile del lancio fallito che ha centrato l’ospedale“.

Le accuse alla Jihad vengono quindi puntellate dalla pubblicazione di un video su X, sul profilo ufficiale dello stato di Israele gestito dal digital team del ministero degli Esteri. Al post viene allegato il video che documenta il lancio errato: Israele sfrutta le immagini registrate e trasmesse dalla tv Al Jazeera: “Una trasmissione di Al Jazeera ha documentato il momento in cui la Jihad islamica ha lanciato un razzo in maniera errata e ha colpito un ospedale di Gaza, uccidendo centinaia di persone”.

La pubblicazione del video non fa passare in secondo piano la cancellazione di un’altra clip diffusa poco prima sullo stesso canale social. Il video rimosso mostrava una batteria di razzi lanciati nella notte, un bagliore e un’esplosione. Alcuni utenti, compreso un giornalista del New York Times, evidenziano il ‘time-stamp’ presente sul video, che sarebbe stato registrato circa 40 minuti dopo l’orario dell’esplosione all’ospedale. Su X rimane il messaggio testuale con la dichiarazione delle forze armate israeliane, che accusano la Jihad islamica, viene rimosso il filmato. Più tardi, sullo stesso profilo viene pubblicata la clip di Al Jazeera.

Il colonnello Jonathan Conricus, uno dei portavoce delle forze armate, prospetta l’ipotesi di rendere note informazioni attualmente riservate. “Siamo nel processo di declassificazione. Non posso promettere che lo faremo, ma forse” accadrà “per l’importanza della posta in palio”. Israele è certo al 100% che l’ospedale non sia stato colpito da un suo missile: “Certo come può esserlo chiunque in una guerra con milioni di pezzi di informazioni che svolazzano. Dopo un’analisi approfondita, posso dire che questa è l’informazione che abbiamo ora e siamo fiduciosi: secondo l’informazione, si è trattato di un lancio fallito dalla Jihad“, ribadisce.

A chiosare, le parole di Mark Regev, un consigliere del premier Netanyahu: “Ci sono stati colloqui tra la parte israeliana e la parte americana. Abbiamo condiviso con gli americani le

informazioni che abbiamo”.

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